Intervista a Samuele Onelia di Italian Indie

Ciao Samuele

Grazie per avere accettato questa intervista, al contrario di quello che fai tu noi le proponiamo per scritto. Con te voglio provare un nuovo format di 10 domande a bruciapelo dove ogni domanda nasce dalla precedente risposta in poche parole questa è un intervista che si costruisce un passo alla volta. Quindi veniamo a noi e lasciamo ai nostri lettori il piacere di leggere l’intervista a Samuele Onelia di Italian Indie,

Domanda 1

Ciao Samuele, lavori in un altro settore e sei uno degli astri nascenti delle interviste in versione podcast in Italia. Come mai hai deciso di iniziare Italian indie? Quel è stata la scintilla?

Attorno ai 20 anni ho letto I Quadranti del Cashflow.  Il libro mi ha aiutato a farmi ordine in testa e mi sono dato come obiettivo prioritario quello di conquistare la mia indipendenza e di creare un mio business. Nel tempo l’idea si è affinata. Ho capito che il web poteva essere un buon punto di partenza e dopo vari tentativi fallimentari a Novembre 2013 ho iniziato a lavorare al lancio di Italian Indie. Gli esperimenti precedenti comprendevano 4 blog, il progetto di creare una sorta di social network per operatori del settore salute e probabilmente qualche altro fallimento che il mio cervello ha scelto di dimenticare per misericordia.

La scintilla che ha dato il via a Italian Indie è arrivata mentre mi preparavo a partire per l’Australia. Per migliorare il mio inglese avevo iniziato ad ascoltare podcast americani di business. Molti di questi ruotavano attorno alle interviste a imprenditori di successo, e gli autori attorno a questi show avevano creato dei business online, usando diverse strategie per monetizzare.

Mi sono sempre più appassionato a questo strumento e ho deciso di provare a sfruttarlo come base per creare il mio business online. Così ho lasciato perdere il viaggio in Australia e ho iniziato a lavorare sul progetto Italian Indie.

Domanda 2

In fasi diverse della tua vita, un libro (“I Quadranti del Cashflow” di Kiyosaki),  un mix di errori e la voglia di migliorare l’inglese tramite dei podcast in lingua, ti hanno permesso di capire cosa ti sarebbe piaciuto fare.  Cosi “provi” a lanciare Italian Indie. Non avevi effettuato nessuna ricerca precedente sull’esistenza di business  simili alla tua idea in Italia? Se si cosa ti ha fatto pensare che c’era spazio anche per te?

Ho fatto diverse ricerche per essere sicuro che:

  1. ci fosse già qualcuno che parlava di business, imprenditoria, web marketing e argomenti simili;
  2. chi operava in questo settore era riuscito a creare un business solido nel tempo.

Sono due ricerche fondamentali per capire che il mercato esiste e ci girano soldi. Vedendo quello che succedeva in America ho valutato che ci fosse ancora molto da fare. Quella del podcast probabilmente è stato un azzardo. Quando sono partito non c’erano show attivi nella sezione economia (diversi poi sono partiti nei mesi successivi). È stata una scommessa, peró aveva un senso perché intendevo intervistare persone con un pubblico, in modo da aumentare la visibilitá del podcast.

Domanda 3

Se non erro sei quasi arrivato a quota 100 interviste. Ognuna di queste 100 persone che è passata “sotto i tuoi ferri” presumo ti abbia lasciato qualcosa,  foss’anche un micro concetto. Quale idea , nata da  un’intervista  secondo te potrebbe essere la piu utile per un “neo imprenditore” e quale consiglio  ti sentiresti di dare (o che stai gia dando)  quando qualcuno ti chiede un consiglio?

Siamo a quasi 100 interviste e credo di aver imparato tantissimo grazie alle interviste. Il concetto è che sono 100 (ok adesso siamo a 98, ma io sono più avanti :D)!  Alla faccia dei “lamenti umani” o dei “sognatori inutili” questi 100 imprenditori hanno creato un business che funziona. E non si considerano alieni o superuomini, sono persone normali. Con una particolarità: ottengono risultati. A volte mi capita di sentire persone che hanno un sacco di idee. Ne hanno un sacco perché non hanno provato a fare nulla, non le hanno testate. Le idee vanno testate in modo da trasformarle in risultati. La maggior parte saranno negativi o pessimi. Più ti eserciti e più impari a ottenere risultati di successo.

Domanda 4

Che cosa pensi che piaccia alla gente del lavoro che stai proponendo?

Dai feedback che ricevo apprezzano che le interviste sono approfondite (inclusi numeri e dati concreti). Altri in rete raccontano storie imprenditoriali, ma finora vedo solo persone che lo fanno in maniera banale o semplicemente per fare marchette.

Domanda 5

Immagino che non tutti accettino di buon grado di essere intervistati. Hai un metodo per riuscire ad ottenere un si?  Hai un candidato ideale?

La strategia è piuttosto semplice, continuo a chiederti l’intervista finchè non mi dici di sì 🙂 Per migliorare le mie probabilità quando registro un episodio chiedo sempre referenze all’ospite di turno.
Aggiungo che a volte mi hanno detto di no e non c’è stato verso in altri casi ho scelto di non pubblicare l’intervista dopo averla registrata. Se l’imprenditore per qualsiasi motivo è restio a condividere la sua esperienza o l’unico valore che trasmette è “non mollare, continua a credere nel tuo sogno” mi sembra scorretto verso chi ascolta pubblicare un contenuto banale.

Domanda 6

Si dice che il primo amore non  si scorda mai, tu cosa ricordi della tua prima intervista? (sensazioni, paure,  altro…)

La prima intervista l’ho registrata con mio zio che è un imprenditore, anche se non di prima generazione. Era inascoltabile. Per l’agitazione il mio accento veneto aveva raggiunto livelli da imbarazzo totale.
In tutte le prime interviste quelle di prova e anche quelle pubblicate, ero molto più preso dai problemi tecnici che continuavo a incontrare. In realtà la tecnologia di un podcast oggi è piuttosto semplice, ma seguendo le indicazioni di presunti tecnici avevo complicato tutte le operazioni. Questo mi ha insegnato che oggi la tecnologia non è mai il problema o il limite, a meno che non sia ti a farlo diventare.

Domanda 7

Se non facessi quello che fai ora che cosa ti piacerebbe fare?

No io non ragiono così. O meglio ho imparato a non ragionare così, e in questo mi ha aiutato molto il libro Lean Startup (Partire leggeri, titolo tradotto in modo indegno). Il libro è molto bello, e l’insegnamento più utile che ne ho ricavato è che la creazione di un business puó avere un approccio scientifico:

IPOTESI > TEST > VALUTAZIONE

Per cui quando ho idee esterne a Italian Indie le metto da parte e mi concetro unicamente su quali nuovi test si possono fare su Italian Indie per farlo crescere.

Domanda 7 Bis

Non ti seguo, vuoi dire che non pensi avresti fatto altro?

Penso che quando inizi a fare qualcosa e vuoi ottenere dei risultati devi accettare il sacrificio. Devi rinunciare a qualcosa. Rinunci a fare qualcos’altro e ti concentri su quello che stai facendo.

Spesso “pensare a quello che potrei fare se…” è solo un meccanismo di difesa per restare legati alla propria zona di comfort e non combinare niente.

Per ottenere risultati l’unica via è focalizzarsi su qualcosa e testare ogni via possibile. Quando l’hai fatto sei libero di mollare e dedicarti a qualcos’altro. In genere (almeno la mia esperienza è questa) se ti concentri su qualcosa e provi varie soluzioni ottieni sempre un feedback utile per andare avanti e crescere.

Italian Indie Logo

Domanda 8 Hai mai pensato di mollare tutto? Se si,  cosa ti ha fatto cambiare idea?

  1.  Non ho mai avuto il tempo di pensarci seriamente. Quando mi son preso delle pause, erano pause di digiuno totale da internet, business e tutto. Evitavo completamente di pensarci proprio per liberarmi il cervello e resettare.
  2.  È difficilissimo mollare un progetto in cui credi. Devi accettare un fallimento bello grosso. In un certo senso posso capire chi ha un’azienda che non funziona e nonostante tutti i segnali negativi non la abbandona fino all’ultimo.
  3. Ci sono sempre stati segnali positivi. Anche quando era difficile anche quando il percorso era parecchio nebuloso c’erano dei segnali (crescita download, crescita iscritti, primi guadagni) che indicavano come logico e sensato l’andare avanti.
  4. Nel tempo ho creato una procedura di perseveranza (un mix di compagni di viaggio e abitudini produttive) che mi ha aiutato a non avere troppi dubbi amletici “continuo o non continuo”

Domanda 9 Siamo vicino alla 10 domanda, allora tentiamo di farne due cattivissime. Ti sei mai messo dalla parte di chi ti ascolta? Cosa non ti piace delle tue interviste e cosa non cambieresti mai?

All’inizio non mi piaceva il mio accento veneto. Poi mi hanno detto che con una trasmissione business tra tutti gli accenti possibili probabilmente era il meno peggio e mi son messo l’anima in pace. Quello che non mi piace è la difficoltà di avere un feedback in tempo reale. Tirar fuori informazioni e strategie utili dagli ospiti è in un certo senso una sfida e passa sempre del tempo tra quando registro e quando pubblico e in quel mezzo non so mai se il contenuto sarà davvero utile o no per chi ascolta. Non cambierei la profondità del format. Le domande possono cambiare, ma l’idea che Italian Indie va nel dettaglio sulle strategie usate dagli imprenditori intervistati è l’elemento che mi piace di più.

Domanda 10 Che cosa pensi ti manca per fare il grande passo e che cosa pensi di avere imparato fino ad oggi?

Italian Indie è una startup. Al di là di tutte le menate su azienda innovative & burocratismi vari una startup è un motore di crescita. Italian Indie sta crescendo.

12 mesi fa tutti i parametri erano 0.

6 mesi migliaia di download mensili, più di  3.000 iscritti e 0 entrate o quasi

Nei primi 6 mesi del 2015 Italian Indie ha incassato i primi 10.000 euro.

Il grande passo è continuare a crescere.

È difficile riassumere 18 mesi in un unico concetto. La maggior parte dei passi avanti sono frutto dei consigli offerti dagli ospiti delle interviste quindi sintetizzando: impara dagli imprenditori di successo.

 

Bene grazie di tutto Samuele e a presto!

 

Chi fosse interessato il blog di interviste di Samule Onelia ItalianIndie lo trovate qui: http://www.italianindie.com/

Oppure su FB: https://www.facebook.com/italianindie

 

Seguiteci anche su Facebook (https://www.facebook.com/groups/sail4sales/)

 

 

Leave a comment

Your email address will not be published.


*